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mercoledì 19 aprile 2017

Gutturnio Riserva dell'azienda Agricola Ganaghello: otto anni portati splendidamente

 Recentemente, durante la manifestazione di Vinitaly, è stato celebrato il 50° anniversario dell'assegnazione del marchio DOC al vino Gutturnio.

Questo vino, infatti, è il capostipite dei vini rossi piacentini.
Nel 1967 il Gutturnio è stato tra i primi dieci vini italiani, nonchè il primo vino piacentino, a ricevere la denominazione d'origine controllata (DOC).
Il Colli Piacentini Gutturnio è un vino la cui produzione è consentita nella provincia di Piacenza ottenuto dall'unione di due vitigni: la Barbera e la Croatina.
Da segnalare che, localmente, la croatina è detta anche "Bonarda" sebbene non abbia nulla a che fare con il vitigno piemontese.

L’attuale vino Gutturnio deriva da Gutturnium cioè una coppa o tazza di argento di epoca romana, rinvenuta nel territorio piacentino verso la fine dell’ottocento. Aldo Ambrogio, nel 1938, citava il “Gutturnium” come un “bellissimo boccale o grande coppa di vino dissepolto nel 1878 a Veleia” (bellissima cittadina romana sulle colline piacentine), ma, ad oggi, non vi sono dati certi per tale ritrovamento.

Si narra che un ulteriore esemplare venne casualmente ripescato sulla sponda piacentina del Po, nei pressi di Croce Santo Spirito. Recentemente, però, la direttrice dei Musei Piacentini, intervenendo in un convegno del maggio 2016, ne ha completamente demolito l’interpretazione tradizionale, collocandolo tra i vasi impiegati per le misurazioni di liquidi, essenze, profumi, ma non sicuramente un oggetto per le libagioni.

Il nome "Gutturnio" del vino venne proposto nel 1938 dall'enologo Mario Prati e apparve per la prima volta nel 1939 su un'etichetta dell’azienda Manara di Vicomarino (Ziano).

Il disciplinare di produzione per i vini a denominazione di origine controllata Gutturnio, circoscrive la produzione delle uve che possono essere destinate alla sua realizzazione in diversi comprensori. Essi ricomprendono totalmente il territorio collinare del comune di Ziano Piacentino ed il territorio collinare parziale dei comuni di: Agazzano, Alseno, Borgonovo Val Tidone, Carpaneto, Castell’Arquato, Castel San Giovanni, Gazzola, Gropparello, Lugagnano, Nibbiano, Pianello Val Tidone, Piozzano, Ponte dell’Olio, Rivergaro, San Giorgio Piacentino, Vigolzone, Vernasca.
Sono considerati idonei alla produzione di Gutturnio unicamente i vigneti ubicati in zona collinare, bene esposti, su terreni argillosi o di natura calcarea, ciottolosi e ghiaiosi.

Nel territorio piacentino si producono diversi tipi di vino Gutturnio, vale a dire il Gutturnio Classico, il Gutturnio Classico Riserva, il Gutturnio Classico Superiore, il Gutturnio Frizzante, il Gutturnio Riserva ed infine il Gutturnio Superiore.
I più pregiati sono, ovviemente quelli con accanto la denominazione “Riserva”.
Il Gutturnio Riserva ed il Gutturnio Classico Riserva possono essere immessi al consumo solo in bottiglie di vetro di tipo bordolese e dopo almeno ventiquattro mesi di invecchiamento ed affinamento, di cui almeno sei in legno.

Il Gutturnio è un vino importante e complesso, ricco di note odorose particolari che spaziano dal floreale al fruttato. Dal punto di vista gustativo emergono soprattutto le componenti acido - tannica, che donano al Gutturnio i connotati di un vino corposo e di lunga persistenza gusto-olfattiva.

Qualche sera fa abbiamo provato ad assaggiare il Gutturnio Classico Riserva della Azienda Vinicola Losi di Ganaghello di Castel San Giovanni.




La bottiglia proveniva dalla vendemmia del 2008, quindi ha subito un invecchiamento di quasi 9 anni, che si ritrovano tutti nella importante gradazione alcolica (14,5°).



Il vino si presenta ben strutturato e corposo, grazie anche al lungo invecchiamento in botte. Immediatamente si percepiscono le note vinose però non accompagnate dal retrogusto tannico, che talvolta si riscontra in vini importanti, quali ad esempio quelli piemontesi.
Al palato risulta armonico seppur vi siano ancora accenni di bruschezza, dati dalla componente derivante dal vitigno Barbera. Oltre al profumo vinoso dominano, però note molto più delicate. Si percepisce un bouquet di frutta autunnale, pesche tardive, cachi ed uva.

Nel complesso un ottimo vino adatto ad accompagnare sia i piatti della tradizione piacentina, come ad esempio i Pisarei e fasö (un tipo di pasta con sugo di fagioli) sia portate più impegnative come ad esempio bolliti e brasati.

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