I
cinque precetti generali della Chiesa sono leggi morali positive
obbligatorie per i fedeli della Chiesa cattolica. A differenza dei
dieci Comandamenti non derivano dalla Sacra Scrittura, ma
appartengono alla tradizione cattolica e sono promulgati
dall'autorità ecclesiastica.
Tutti
i cinque precetti sono contenuti nel Codice di Diritto Canonico, ed
in versione semplificata sono:
-
«Partecipare alla Messa la domenica e le altre feste comandate e rimanere liberi da lavori e da attività che potrebbero impedire la santificazione di tali giorni.»
-
«Confessare i propri peccati almeno una volta all'anno.»
-
«Ricevere il sacramento dell'eucaristia almeno a Pasqua.»
-
«Astenersi dal mangiare carne e osservare il digiuno nei giorni stabiliti dalla Chiesa.»
-
«Sovvenire alle necessità materiali della Chiesa stessa, secondo le proprie possibilità.»
Per
secolo, quindi, la confessione e la comunione annuale sono stati una
pratica obbligatoria, ed il non osservarne l'obbligo comportava serie
conseguenze.
I
tentativi di controllare quanti fedeli effettivamente ricevessero la
Sacra Eucarestia erano molteplici.
Nel
XVIII Secolo iniziarono a diffondersi dei foglietti attestanti
appunto di aver assolto all'obbligo del precetto.
Queste
ricevute di confessione ( e di successiva Eucarestia) venivano
chiamati “Signum Communionis Paschalis”.
Riportavano
in latino l'anno, il luogo ed il sacerdote che aveva impartito il
sacramento della Confessione. Il fedele era tenuto a conservalo
gelosamente.
Ai
tempi dell'Imperatrice Maria Teresa, ad esempio, erano i portieri dei
palazzi a dover controllare tali attestati di confessione per
stabilire se tutti nella casa avessero adempiuto all'obbligo
pasquale.
Se
si voleva essere un cittadino per bene si doveva anche esser un
cristiano integerrimo.
Inoltre
tali attestati erano necessari per poter ricevere un funerale
religioso in chiesa.
Nello
Stato Pontificio, tutti coloro che avevano incarichi di qualsivoglia
tipo presso l'amministrazione pontificia dovevano assolutamente
esibire il Signum ai propri superiori. In caso contrario non
potevano più svolgere il loro lavoro.
Da
sottolineare che tali foglietti non sono considerati alla stregua dei
santini veri e propri.
Verso
la fine dell'Ottocento, essi iniziarono ad essere illustrati con
figure e vi si aggiunsero preghiere o citazioni dai testi sacri. Ciò
fu reso possibile dall'impiego della tecnica della cromolitografia
che diede la possibilità di stampare a basso costo ed in larghi
quantitativi.
Le
ricevute di confessione, quindi, iniziarono a far parte dei santini
veri e propri e ad essere conservati inseriti tra le pagine dei
messali.
Dal
punto di vista iconografico su di essi vengono raffigurate, per la
maggior parte, scene eucaristiche o Gesù risorto.
Spesso,
le grandi case stampatrici di santini, utilizzavano la stessa matrice
che veniva poi personalizzata con il luogo, la parrocchia, l'anno ed
il nome del sacerdote celebrante.
Non
è quindi infrequente trovare soggetti simili che si ripetono a
distanza di anni o lo stesso soggetto utilizzato per lo stesso anno
ma in parrocchie differenti.
Non
mancano tuttavia esempi differenti come ad esempio quello della
Pasqua del 1905 a Trento. Su di esso vi è raffigurato San
Vigilio, patrono della città di cui si ricordava, in quell'anno il
XV centenario del martirio.
Anche
quello della Pasqua 1941 celebrata nel Duomo di Bolzano è
inconsueto. Raffigura Santa Maria purissima; probabilmente un segno
di speranza e di pace per i fedeli.
Molto
particolari sono invece i santini di comunione pasquale celebrati
presso i battaglioni al fronte.
A
titolo di esempio si riporta il santino della comunione pasquale
del 1945 (circa 20 giorni prima dell'armistizio del 25 aprile)
della Divisione Monterosa, Battaglione Brescia. La peculiarità
è che, in un certo modo, tramite la preghiera scritta sul retro, il
cappellano militare esalta ed “assolve” i militari in armi. Quasi
un controsenso con la festa pasquale.
L'usanza
di lasciare un ricordo della Comunione Pasquale al fedele è
sopravvissuto, seppur in misura minore, fino ai giorni nostri.
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