Cerca nel blog

domenica 21 maggio 2017

Caramogi: questi sconosciuti

Girellando per un mercatino dell'usato in cerca di curiosità, mi sono imbattuto in piccole statuette di porcellana raffiguranti dei personaggi nani e deformi di entrambi i sessi. Il commerciante mi ha solo saputo dire che probabilmente erano di manifattura di Capodimonte di Napoli ma non ha saputo spiegare la motivazione della scelta del soggetto, alquanto inconsueto.
Li ho acquistati… del resto, oggetti più curiosi e strani non potevo trovare.
Facendo alcune ricerche ho scoperto che vengono definite Caramogi.
I vocabolari riportano la seguente definizione per il termine “caramogio”: [dal persiano kharmūsh «topo»], ant. – Persona piccola e contraffatta; nano di corte. È anche nome dato a statuine di porcellana prodotte a Firenze nel sec. 18°, raffiguranti personaggi deformi e ridicoli.



I caramogi erano generalmente buffoni di corte, a cui gli artisti che li ritraevano davano fattezze oltremodo caricate, secondo una tradizione assai in voga nella Firenze del XVII secolo.
Per estensione, si definiscono, quindi, Caramogi anche le statuine figuranti nani deformi chiamati a divertire le corti dei sovrani nei tempi passati.
Le statuette in porcellana rappresentanti nani in diverse fogge, sono ispirate alle illustrazioni delle “Varie figure Gobbi” di Jacques Callot, libro edito nel 1616 a Firenze, e furono prodotte nel corso del XVIII secolo da varie manifatture, quali Meissen, Doccia, Capodimonte e Cozzi.



I Gobbi di Callot nascono da schizzi presi dal vero: la deformazione caricaturale, satirica, traeva spunto, con ogni probabilità, dall’osservazione del reale. Infatti, le fonti del tempo riportano la consuetudine di organizzare giochi in occasione della Festa di S. Romolo, che si svolgeva ogni anno il 6 Luglio a Firenze, la Giostra dei Gobbi, per l'appunto.



Esattamente, però, che funzione avevano queste statuette? Semplice, venivano messi sulle tavole imbandite per allietare i commensali in mancanza del buffone in carne ed ossa.
Tali figurine, spesso, venivano create in serie di dodici o più pezzi.
Ad esempio, nell' “Inventario dei Modelli” della manifattura Doccia sono citati "...tre caramogi femmine", mentre nella “Tariffa dei prezzi”, redatta presso la manifattura intorno al 1760 da Jacopo Rendelli, si legge "... Figurine rappresentanti Caramogi o Pimmei alte 2 soldi circa. Dette dipinte" Scrive il Ginori " Vari tipi di caramogi o pimmei venivano prodotti per ornare le mense nel primo periodo della manifattura. Il termine significa persona piccola, contraffatta e sciocca ed è riferito alle piccole figurine di nani alte circa cm. 7, probabilmente modellate da Gaspero e da Giuseppe Bruschi".

Le statuette da me trovate, ovviamente, non sono così antiche, sono probabilmente rifacimenti dei primi del Novecento eseguiti dalla manifattura Ginori di Napoli, su stampi più vecchi della manifattura di Capodimonte.

Comunque sono state un buono spunto per fare alcune ricerche storiche e per apprendere nuove conoscenze.

1 commento:

  1. Grazie per aver pubblicato questo articolo. Mi ha aiutata tantissimo a capire la storia dei tre nani e gobbi che ho ereditato dalla mia famiglia. Purtroppo mia mamma e' venuta a mancare da giovane ma ricordo che mi diceva che queste tre statuette di Capodimonte erano molto antiche. Non ricordo altro e quindi cercavo online per capire cosa fossero o cosa rappresentassero. Dopo aver letto questo articolo, li ho osservati e ora sono sicura che siano dei caramogi. Grazie di cuore. PS: Mi piacerebbe pubblicare una foto ma non sono sicura si possa.

    RispondiElimina