Sul finir di settembre, per pochissimo tempo, fanno la loro comparsa
sui banchi dei fruttivendoli i funghi comunemente detti “ovuli
buoni”.
Il loro nome scientifico è Amanita Caesarea e, sebbene
appartengano alla famiglia delle Amanite, che notoriamente sono
funghi mortalmente velenosi, ciò non deve spaventare. Gli ovuli
buoni sono infatti eccellenti ed assai ricercati.
Derivano l'appellativo “Caesarea” dal latino caesareus
cioè degno degli imperatori, proprio in ragione della loro ottima
commestibilità.
Allo stadio iniziale della crescita il fungo è completamente
racchiuso in una membrana bianca che lo rende molto simile ad un
uovo.
Quando la membrana si rompe, ne fuoriesce il fungo.
Il cappello è di colore arancione acceso, privo di macchie (come
invece accade per le specie velenose).
Le lamelle sotto al cappello sono color giallo tenue, così come il
gambo e l’anello membranaceo che si trova appena sotto il cappello.
La carne dell’ovulo è bianca con sapore ed odore molto delicato e
gradevole.
È un fungo raro che cresce soprattutto nei boschi di castagni,
querce e più raramente sotto pini, ad una altitudine solitamente non
superiore ai 1000 metri. Sopporta solo temperature miti.
In cucina si può consumare sia crudo che cotto.
Io l'ho usato come ingrediente base per una cena, dall'antipasto al
secondo.
Insalata di ovuli buoni
Dosi per 4 persone
3 – 4 ovuli di media grandezza
Parmigiano Reggiano
sale
pepe nero
olio evo
Eliminare gli eventuali residui di membrana banca e pulire i funghi
con un panno umido in modo da eliminare la terra.
Affettarli sottilmente e disporli con delicatezza su un piatto.
Condire con una spruzzata leggera di sale e pepe nero macinato
fresco.
Aggiungere delle scaglie di Parmigiano Reggiano ed un filo d'olio
extravergine d'oliva per amalgamare i sapori.
Una variante della ricetta suggerisce di utilizzare al posto
dell'olio extravergine d'oliva il succo di limone. Tutto dipende da
quanto volete sentire il gusto delicato del fungo.
Nella mia porzione, talvolta, io ometto anche il pepe, proprio per
gustare al meglio il fungo.
Tagliatelle caserecce con ovuli buoni e pecorino stagionato
Dosi per 4 persone
200 gr farina 0
2 uova
30 gr burro
1 limone biologico
4 ovuli di media grandezza
Olio extravergine d'oliva
Pecorino stagionato
Pepe nero
Preparare le tagliatelle amalgamando la farina con le uova. Quando si
sarà formata una pasta liscia e compatta lasciarla riposare su una
tavola di legno per impastare per circa 10 minuti coperta da un
canovaccio. Trascorso tale tempo, tirare la sfoglia in strisce di
circa 5 – 6 cm di altezza. Spolverizzarle con farina di semola ed
arrotolarle. Con un coltello lungo e ben affilato tagliate la pasta a
striscioline di circa 1 cm di spessore.
Allargare le tagliatelle così ottenute sulla tavola di legno e far
riposare la pasta fino al momento di cuocerla.
Nel frattempo pulire delicatamente gli ovuli dai residui di terra con
un panno umido ed affettarli sottilmente.
Cuocere le tagliatelle in acqua salata portata a bollore. Scolarle
dopo 3 – 4 minuti, quando saranno ancora al dente. Saltarle in
padella con burro ed olio ed insaporirle con la buccia grattata del
limone. Farle mantecare con il pecorino stagionato grattugiato a
fresco.
Disporre le tagliatelle nel piatto ed aggiungere gli ovuli a lamelle.
Ultimare il piatto con un filo d'olio extravergine d'oliva ed una
macinata di pepe fresco.
Carpaccio di Roast – beef con ovuli e Parmigiano Reggiano
Dosi per 4 persone
3 - 4 ovuli di media grandezza
350 gr di Roast – beef a fette
Olio extravergine d'oliva
Succo di limone
Parmigiano Reggiano stagionato 30 mesi
Pulire i funghi con un panno umido in modo da eliminare eventuali
residui di terriccio
Su un piatto disporre 1 o 2 fette di Roast – beef.
Affettare sottilmente i funghi e disporli con delicatezza sopra alla
carne.
Aggiungere il Parmigiano Reggiano stagionato 30 mesi tagliato a
scaglie.
Emulsionare l'olio Evo con il succo di limone e condire il piatto.
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